L’edificio sacro esistente più
antico della provincia di Ferrara è la Pieve di San Giorgio.
Immersa nel verde, questa piccola chiesa è situata sulla riva
destra del fiume Reno, proprio nel luogo dove si svolge
Trigallia.
La data di edificazione della chiesa si fa risalire al 569 d.C.
(circa 1450 anni fa).
Il luogo in cui si trova la Pieve è anche approssimativamente il
luogo in cui si trovava anticamente Argenta, ovvero alla destra
del Po di Primaro che scorreva nell’area fra la Pieve e
l’attuale centro abitato. In una lapide rinvenuta da Don
Sebastiano Chianti nel secolo scorso si legge: «Questa
cappelleta a S. Nicolò, dopo che gli Argentani passarono il Po
dal lato di Comacchio (lato sinistro del Po) circa nell’anno
300.»
Molti abitanti infatti si trasferirono nella zona detta “della
Seliciata”, primo nucleo abitativo dal quale poi si svilupperà
una città ricca e prosperosa per molti secoli. Tuttavia alcuni
studiosi hanno avanzato l’ipotesi che Argenta sia sorta in tempi
ancora più antichi.
Tutti sappiamo che l’area padana è stata dominata per secoli
dalle tribù Galliche (Celti) fino all’invasione romana avvenuta
intorno alla fine del II secolo a.C. (la resa di Bologna e di
altri centri della pianura del delta si stima sia avvenuta nel
196 a.C. circa). Sappiamo che i sopravvissuti continuarono a
vivere in queste terre anche durante la dominazione romana come
contadini, operai o soldati nell’esercito romano. Appiano
Alessandrino nel suo “Bellorum Civilium”, Libro III, riferisce
che nel delta Padano anche sotto il governo romano del 42 a.C.
(anno che segna la completa annessione della Gallia Cisalpina e
la sua proclamazione a provincia romana) i Galli esercitavano
una sorta di governo autonomo.
A noi piace immaginare che anche l’antica Argenta, quella
situata nel luogo in cui si svolge Trigallia, prima di essere un
“castrum” romano fosse un villaggio gallico e che gli spiriti
dei nostri antenati si aggirino fra il boschetto del parco
orgogliosi della festicciola che abbiamo loro dedicato.
Questa chiesetta immersa nel verde si
presentava un tempo con una pianta a tre navate, con abside
pentagonale. Oggi all’interno si possono ammirare la sola
navata centrale (l’originale piano di campagna si trova a
circa tre metri di profondità rispetto a quello attuale),
l’altare bizantino e tracce di pittura del XII secolo. Questa
splendida struttura conserva anche uno straordinario portale
in marmo datato 1122 (foto sotto), opera di Giovanni da
Modigliana, sul quale sono rappresentati il martirio di S.
Giorgio, al centro, e la rappresentazione allegorica dei mesi
dell’anno. L’esterno è in mattoni, faccia a vista, nella parte
posteriore dell’edificio si può notare l’abside poligonale a
cinque facce. Su entrambi i lati dell’edificio si aprono
quattro finestrelle che si presentano a forte strombatura. Sul
lato sinistro sono presenti due archetti pensili e quattro
lesene, fra queste due sono angolari. Sul lato destro
rimangono solo le tracce di due lesene scalpellinate. Sempre
sulle pareti laterali, in basso, sono ben visibili le dodici
archeggiature, sei per lato, che dividevano la navata centrale
dalle due laterali.
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