|
|
I Gruppi Musicali di Trigallia 2003 |
Massimo Giuntini Le sonorità celtiche dell’Irlanda accostate alle arie
indiane.
Un viaggio Indo-Europeo
Per Massimo Giuntini è in
corso un anno fortunato. Molto apprezzato il suo primo CD
Celticaravan e successo per il cavallo di battaglia del disco, il
brano Dance of Life trasmesso più volte nella rubrica Costume e
Società del TG2 mentre suoi cenni si sono ascoltati qua e là sempre in
tv. Poi, Martin Scorsese lo ha scelto per Gangs of New York: nel
film fa una breve apparizione, naturalmente nel ruolo di musicista, ma è
presente come autore ed esecutore nella colonna sonora. Nel 2002 ha
lasciato i Modena City Ramblers entrando in formazione con i Whisky
Trail, prosegue bene il suo progetto con i Ductia e nel 2003
è uscito il suo nuovo CD Indo-European.
Perché Indo-European? Noi Europei siamo una popolazione di immigrati. Se
rapportiamo il tempo all’età dell’umanità siamo immigrati recenti, ma se
rapportiamo il tempo all’evoluzione e alle importanti scoperte allora
possiamo considerarci antichi immigrati fortemente radicati. I nostri
antenati, infatti, in varie epoche si spostarono in grandi gruppi
provenienti da aree limitrofe all’India, dall’Asia centrale e dal Medio
Oriente, da qui il termine "Indo-Europei". Si distribuirono nel
territorio e in base ad area di provenienza, periodo di migrazione,
ambiente in cui si fermarono e popolazioni autoctone alle quali si
sovrapposero, diedero origine a Latini, Greci, Slavi, Germani e
Celti. Ciascuno di essi sviluppò una propria
lingua e cultura, una propria visione del mondo, un proprio ritmo.
Indo-European, che qualcuno ha già definito "un gioiello", è stato
composto, registrato e arrangiato interamente da Giuntini ed è sempre
prodotto dalla Edizioni
3ntini. È piaciuta l’idea di dedicare il disco ai nostri antenati,
oltre che attraverso il titolo, con il semplice gioco di accostare le
sonorità celtiche dell’Irlanda ad alcuni interventi dall’aria indiana
suonati con strumenti tipici come il sitar. Ovviamente non
sappiamo quali fossero i suoni, gli strumenti e la musica degli antichi
Indo-Europei ma è certo che ciò che abbiamo suonato fino a cinquant’anni
fa è in prevalenza la diretta evoluzione di quei suoni. Massimo Giuntini,
curioso, sensibile, aperto e soprattutto bravo, ci ha lasciato un’altra
chicca nel nostro porta-CD e presenterà l’album in anteprima a Trigallia
aprendo e chiudendo il festival.
|
|
Whisky Trail,
una grande e storica band.
Musica irlandese e leggende
Più di 25 anni di attività
per un gruppo che tanto ha dato allo sviluppo della musica e della
cultura celtica in Italia e prende il nome dalla "pista del whisky" che
legava l’Irlanda all’emigrazione oltreoceano. Fin dall’inizio i Whisky
Trail hanno sentito l’esigenza di capire il ruolo della tradizione
irlandese nello sviluppo della musica americana, ma la loro musica si è
sempre aperta a scenari più ampi, al mondo delle fiabe, ai miti e le
leggende irlandesi e ha compreso danze, libri, poesie e storie. Il loro
primo disco risale al 1975, da allora a oggi hanno inciso otto album
tutti di ottimo livello, suonati con una passione lontana dalle mode e
dai revival commerciali. A Trigallia porteranno in concerto il loro
nuovo disco The Great Raid, una grande razzia nella pista
tracciata negli anni ’70 insieme all’esigenza di una personale rilettura
di un patrimonio musicale mondiale, quello irlandese, che parla di
emigrazione, paure, danze, sbronze, leggende, amore, natura e
intensamente legato a fenomeni culturali e di costume. L’album, un
doppio, prende spunto anche dal Tàin Bò Cùailnge, il racconto
epico irlandese delle gesta di Cù Chulainn, il leggendario eroe
dell’Ulster a caccia dei tori fatati Donn e Findbenn che,
simbolicamente, danno rispettivamente e tematicamente il titolo ai due
CD: una sorta di Yin e Yang, dualità che riproduce l’armonia del cosmo.
Le suggestioni di quel testo si aggiungono così, oltre che ai frammenti
e alle citazioni della storia del gruppo, ai riferimenti di gruppi di un
recente passato come i Planxty, la Bothy Band, la Penguin Cafè Orchestra
e i Beatles. Così a loro modo, dal loro punto di vista, con il sound
irlandese altamente affinato, i Whisky Trail rendono un riconoscente
omaggio al secondo ‘900 per immergersi di slancio nel terzo millennio.
I musicisti del gruppo: Giulia Lorimer (voce, fiddle), Vieri
Bugli (fiddle), Stefano Corsi (arpa celtica, armonica,
harmonium, voce), Pietro Sabatini (chitarra, bouzouki, bodhrán,
basso a pedale, voce) e dal dicembre 2002 è entrato in formazione
stabile Massimo Giuntini (uilleann pipes, tin whistle, low
whistle). Proprio in quintetto suoneranno per due sere di fila a
Trigallia, accompagnati dal corpo di ballo Ethnica.
sito ufficiale:
www.whiskytrail.it |
|
Clan Wallace
... i veri discendenti (Scozia)
Costumi, musica, danze e tradizioni della Scozia
antica con gli eredi di William Wallace. L’adrenalina della libertà
Il Clan Wallace è formato
dagli eredi dichiarati di William Wallace e Seoras Wallace, portavoce e
capoclan, è il vero discendente del mitico eroe scozzese reso famoso
ovunque con Braveheart. Il film stesso, un cult ormai, dove il
Clan Wallace ha recitato, ha dato al gruppo il grande lancio
internazionale, a partire dagli ingaggi nei cast di altri film storici
come Rob Roy, Mcbeth, Ivanhoe, Il Gladiatore per confluire
nell’attività artistica e culturale dei Wallace: restituire dignità,
valore e voce alle tradizioni della Scozia e degli antichi clan
impegnati nella lotta per la libertà.
Ci torna in mente l’agosto 2000 quando incontrammo per la prima volta
Seoras e il Clan a Stirling, in Scozia. Lì il
Celticaravan
filmò il memorabile William Wallace Day, evento che ricorda la vittoria
degli Scozzesi sugli Inglesi: in quell’occasione erano presenti alcuni
attori di Braveheart e Seoras tenne una conferenza stampa. Dalla Scozia
portammo a casa il loro formidabile CD Live - Royal Concert Hall Glasgow
(che ormai abbiamo praticamente consumato). Ci fu poi Saga 2001 a San
Marino: l’associazione William Wallace di Bologna organizzò un incontro
con Seoras che parlò dei progetti del Clan.
Ancora nel 2001, grazie a Riccardo Taraglio del Clan della Grande Orsa,
il Clan Wallace si esibì in concerto per la prima volta in Italia
al festival Celtica in Valle d’Aosta. Lì il pubblico italiano ha
scoperto un gruppo unico e una ricostruzione storica a 360°:
infatti il Clan Wallace crede profondamente nel senso di
eredità, la sa trasmettere con intensità,
cuore, dedizione, ripropone costumi, musiche e danze
tradizionali della Scozia antica e in ogni spettacolo sprigiona
un’adrenalina incredibile con ritmi tribali e un’atmosfera
altamente evocativa. Successo e stima grandemente meritate per
il gruppo, che ora sta lavorando al secondo attesissimo CD. Con
cornamuse, tamburi scozzesi, danze vorticose e con 16 artisti in
formazione, il Clan Wallace accenderà quattro spettacoli
indimenticabili a Trigallia.
Clan Wallace Braveheart
Una scena d’assalto tratta dal film “Braveheart”: Seoras Wallace in
primo piano, precede Mel Gibson (a sinistra) che interpreta l’eroe
scozzese William Wallace. Gibson oltre che protagonista principale del
film è anche regista e ha espressamente voluto il Clan Wallace nel
casting.
|
|
Lúnasa (Irlanda)
Una band fotonica: classe, freschezza ed energia.
Due notti magiche con le stelle internazionali dell’Irish FolkPrendono il nome da
Lughnasadh, grande festa celtica di
ringraziamento in onore a Lug, dio solare. Brillanti in tutti i sensi, i
Lúnasa sono le stelle dell’odierno Irish folk tradizionale e dopo una
chilometrica tournée che li ha impegnati in Usa, Giappone e Australia
dagli oceani sbarcano sul delta del Po, a Trigallia. Un successo
mondiale in crescendo vertiginoso, ovazione di pubblico e critica per
"il più caldo gruppo acustico del pianeta", la loro musica è pura
bellezza: pompa energia, dosa mestiere e classe, il sound scorre
limpido e rotondo, innovazione e freschezza compositiva catturano
l’intensità di ogni esecuzione. Il primo disco Lúnasa (1996) è giudicato
imperdibile, trionfo internazionale con Otherworld (1999), con
The Merry Sisters of Fate (2001) la loro reputazione è diventata
galattica e ora è in arrivo il quarto attesissimo Redwood.
Ogni singolo musicista ha un curriculum fotonico. Trevor Hutchinson
(doppio basso, violoncello) era il bassista dei Waterboys dall’86 al
’91, con il gruppo folk-rock di Mike Scott ha inciso capolavori come
Fisherman’s Blues per poi entrare nel supergruppo di Sharon Shannon.
Sapienti interventi strumentali ("l’essere che tutto sa" lo chiamano gli
altri membri del gruppo), il suo basso acustico è un equilibrio magico
fra carezza del tocco e groove dal traino irresistibile. Anche Donogh
Hennessy (chitarre) arriva dalla Sharon Shannon Band: dotato di
estro calibratissimo negli arrangiamenti e di finezze geniali, è un
compositore di notevole personalità e fertile inventiva, firma molti dei
nuovi brani – i più belli sono suoi – ora raccolti in un libro di
spartiti che si può acquistare on-line sul sito ufficiale della band.
Sulla culla ritmica di Donogh e Trevor si accende la stellare melodia di
un trio davvero incendiario: il vortice di energia Cillian Vallely
(cornamuse, whistles), nei Lúnasa dal 3° disco, Kevin Crawford
l’incantatore (flauto, whistle, bodhrán) e il folletto Seán Smyth
(fiddle, whistle), tutti virtuosi splendidi che si alternano nel ruolo
di frontmen giocando fra loro con fraseggi brillanti, swing mozzafiato e
la magica solarità irlandese coi Lúnasa baciata proprio da
Lug, che è anche il ‘patrono celtico’ di
Trigallia.
sito ufficiale: www.lunasa.ie
|
|
FBA
Un laboratorio musicale in ebollizione e un fenomeno
dal vivo. Il clima della festa in musicaIn ogni concerto la FBA
riesce sempre a scaldare e far danzare il pubblico. Al Trigallia il
gruppo di Milano presenterà un concerto incentrato prevalentemente su
danze e canzoni celtiche e di tutto il folk europeo sulla falsariga del
fortunato tour della scorsa estate in Inghilterra che ha ricevuto grande
consenso dal pubblico e dalla critica, ma soprattutto ha fatto divertire
moltissimo gli stessi musicisti, componente essenziale per una band. Il
gruppo ha inciso 4 dischi: Passione Sogno Poesia (autoproduzione 1997),
Till the Sky Shall Fall (Ethnoworld 2000), il gustosissimo EP
Demons & Lovers (Ethnoworld 2000) e Fleadh (2002), album
caratterizzato dall’attenzione verso le riletture della musica
conviviale e da festa tipica della tradizione celtica e italiana. Fleadh
riporta la stessa energia che il gruppo emana durante i concerti, una
musica viva in continuo mutamento che passa dalle gighe ai reel
lenti, una scoppiettante mazurka, una parodia del tango e una dolce
canzone in dialetto milanese.
In formazione: Maurizio Feregalli (voce, bouzouki, cittern, 12
corde, chitarra), Angela Carera (voce, shakers, suggestioni),
Jeanpier Toffano (flauti, whistles, cornamusa, coro), Mauro
Pievani (fisarmonica, violoncello, coro), Valerio L. Meletti
(bodhrán, djembè, percussioni, voce), Alan Jones (mandolino,
chitarra, bouzouki, coro), Roberto Villani (basso), Filippo
Giordano (violino).
sito ufficiale:
www.fbamusic.net |
|
Red Box
Musica tradizionale irlandese suonata con piacere. Un
gruppo che sa coinvolgere con un limpido impasto armonico
Red Box è un gruppo formato
da musicisti attivi già da tempo nell’ambito della musica tradizionale
irlandese suonata in italia.
I musicisti Daniele Bicego (uilleann pipes), Luigi Fazzo
(chitarra e voce), Fortunato Promontorio (violino) e Lorenzo
Zampetti (flauto) si sono conosciuti nelle session milanesi e
trovandosi a proprio agio tra arie di danze tradizionali celtiche come
jig, reel e hornpipe hanno deciso di unirsi in questo progetto.
Il risultato è entusiasmante e l’impasto armonico stupendo, caldo e
coinvolgente nei fraseggi come nella selezione musicale.
Le loro esecuzioni vengono approcciate con un atteggiamento molto
rigoroso nei canoni della tradizione irlandese, comunque sempre con
l’obiettivo di portare uno spettacolo divertente e capace di accendere
ogni tipo di pubblico. Nel 2002, primo anno di attività, i Red Box
ottengono subito grandi consensi nei festival che hanno visto la loro
presenza e nella primavera di quest’anno è uscito il loro primo disco
dove collabora come ospite la violinista irlandese Martina Kelly,
presente anche nei concerti estivi. Altri collaboratori abituali del
gruppo sono Ivan Berto (bodhrán), Giorgio Bionaz
(mandola), Stefano Denti (cittern) e Cristina Marini
(flauto), anche loro presenti nel CD di debutto.
sito ufficiale:
www.theredbox.it |
|
Irishields
Un appassionante viaggio fra musiche, immagini, racconti
e colori d’IrlandaGli Irishields provengono da
una formazione musicale che va dal rock alla musica classica e lirica,
la sensibilità si è poi spostata nel corso degli anni verso la musica
tradizionale. La loro forza risiede nell’amicizia e nella voglia di
divertirsi e crescere insieme, riescono a riversare questa unione nella
loro musica personalizzando i reel sentiti e suonati tante volte
con un accento più mediterraneo, con un’introduzione ai brani che
ricorda la musica da camera e una modulazione centrale atipica nel folk.
Sono stati influenzati da gruppi come Chieftains, Felpeyu, Llan de Cubel,
Pogues, attratti oltre che dall’energia e dalle sonorità della musica
celtica anche dalla possibilità di trovarsi di fronte a una tradizione
così omogenea e ricca, che favorisce l’inserimento in diverse realtà,
per esempio le session, in modo semplice e naturale, un gusto di suonare
per puro piacere senza esibizionismo e rivalità. Attualmente stanno
presentando dal vivo lo spettacolo The Last Night in Doolin - Viaggio
in Irlanda: alle musiche proprie del panorama musicale tradizionale
irlandese e alle composizioni originali del gruppo si unisce un
interessante intercalare di situazioni e immagini vocali che richiamano
la magia e il colore dell’Isola di Smeraldo, il tutto unito a brevi
informazioni sui brani suonati, ovvero i tempi, le provenienze e gli
stili. Lo spettacolo ha avuto largo seguito e un’ottima critica per
l’accostamento di musica-parole. The Last Night in Doolin è anche il
titolo del loro primo CD edito da Ethnoworld, in lavorazione il nuovo
disco.
sito ufficiale:
www.irishields.it |
|
Cormac
Ottimi musicisti al servizio del folk celtico e con
l’impegno di diffonderloSul palco di Trigallia
canzoni d’amore e di guerra, gighe, reel scatenati, marce e ballate con
i Cormac, Irish band Reggiano-Modenese. Il gruppo nasce nel 1998 con
Christian Rebecchi (chitarra, tin whistle, bodhrán) e Luca
Giacometti (mandola, mandolino, chitarra, voce): usciti dai Mocogno
Rovers (Irish folk band), i due tornano alle sonorità più tradizionali
della musica irlandese creando una formazione che al di là di mode,
tendenze o gusti passeggeri raccoglie e propone l’essenza della musica
celtica. Si uniscono sin dal principio il flautista Matteo Ferrari
e il violinista Filippo Chieli, entrambi presenti in La
Repubblica del Folk, disco d’esordio dei Mocogno Rovers. Dopo aver
vissuto il momento del primo folk irlandese "scatenato" (Pogues e
Dubliners) e il boom dell’Irlanda che ha investito in turismo,
letteratura, cinema e musica, i Cormac hanno sentito l’esigenza di
preservare la valenza culturale e storica della musica irlandese,
analizzando non solo i gruppi caposcuola (Planxty, Chieftains, De Dannan)
ma anche quelli più recenti (Lúnasa, Altan, Dervish, Lia Luachra) nonchè
le produzioni musicali più interessanti di cinema e teatro che, oltre ad
ampliare il panorama del folk irlandese, ne forniscono un quadro
d’insieme nella sua evoluzione.
Il gruppo si è già esibito in tutta Italia, partecipando a importanti
festival e rassegne, e nell’estate 2001 è stato invitato per la prima
volta in Irlanda, dove tornerà il prossimo anno, per una serie di
concerti.
sito ufficiale: www.irishcormac.it
|
|
Myrddin
Merlino il mago: un equilibrio armonico che libera un
suono avvolgente, un gruppo in continua evoluzioneIl gruppo è nato a Savona
nel 1995 per iniziativa dei fratelli gemelli Fabio e Luca Pesenti,
intorno ai quali si sono catalizzati musicisti e interpreti accomunati
dalla passione per la musica e per la tradizione celtica. I Myrddin, che
prendono il proprio nome dalla figura leggendaria del bardo Myrddin (il
mago Merlino della leggenda di Artù), sono un gruppo di musica celtica
che propone un repertorio vasto nel tempo e nello spazio.
I loro due dischi, Myrddin Q at Duffy pub (1997) e il morbido,
irresistibile Ginevra (2001), rappresentano la maturazione
professionale del gruppo, il loro talento interpretativo e l’estro
creativo. Oggi è in preparazione il nuovo lavoro discografico dedicato a
Tolkien (musiche originali) in collaborazione con la Società
Tolkeniana Italiana.
La ricerca e gli studi sulla tradizione delle prassi esecutive della
musica, insieme all’impiego di strumenti acustici e al gusto
accattivante per gli arrangiamenti ne fanno una delle band italiane più
affermate sui palchi con esperienza di tournée in Scozia, Spagna e
naturalmente nei maggiori festival celtici italiani. Non potevano
mancare a Trigallia.
In formazione: Luca Pesenti (violino), Fabio Pesenti
(chitarra), Eliana Zunino (voce, bodhrán), Marco Pietrasanta
(flauti, cornamusa, sax), Luciano Puppo (contrabbasso).
sito ufficiale:
www.myrddin.it |
|
Will o’ the Wisp
Musiche tradizionali d’Irlanda e di Scozia mescolate allo
stile di vita seneseIn una città piccola come
Siena, sei persone che provenivano da esperienze completamente diverse
oggi sono un’unica «entità celtica» che ha assunto una sua connotazione
ben definita: affiancando studi classici a una attenta attività di
ricerca che va dalla consultazione di testi, alle frequentazioni di
seminari, stage e session con musicisti più esperti (Ray Gallen e Martin
Hayes, per citare alcuni insegnanti irlandesi), dopo aver suonato in
Irlanda e Scozia, i Will o’ the Wisp hanno indirizzato la loro musica
verso un valido compromesso fra quelli che sono le forme stilistiche e
tecniche della tradizione irlandese e il loro essere culturalmente
mediterranei. Cinque musicisti su sei infatti sono toscani mentre la
violinista Stephanie scalda le platee con la sua anima irlandese
trasmettendo alle gighe e ai reel quell’energia caratteristica
dell’isola.
All’attivo del gruppo numerose serate e partecipazioni ai festivals: dal
20 gennaio 2001, giorno della loro prima uscita dal vivo, hanno concluso
il 2002 con un attivo di 77 serate. E a breve anche l’uscita del loro
primo CD prodotto dalla casa discografica milanese Ethnoworld.
In formazione nel gruppo: Stephanie Martin (fiddle, danze),
Rossana Lobono (voce, shakers, cucchiai), Francesco Amadio (fiddle,
whistles, chitarra, voci, danze), Luca Mercurio (chitarra, Irish
bouzouki, mandolino, banjo, armonica, voci), Giulio Putti (bodhrán,
bones, percussioni, voci), Sinead Walsh (organetto diatonico,
danze).
sito ufficiale:
www.willothewisp.it |
|
Mortimer Mc Grave
& the Barelliers
Un gruppo di cavalieri partiti da lontano, una lunga
strada da percorrere, una missione
Mortimer Mc Grave & the
Barelliers: un "rock celtico" trasversale al panorama musicale a cui
siamo abituati, un po’ mascalzone, tra concerto cabaret e happening.
Bravi musicisti, originali e molto vivaci sul palco, a Trigallia
apriranno per il Clan Wallace in due serate che promettono di fare
faville. Anche la loro storia è originale e così si raccontano: "Fummo
chiamati dal Regno dei Più per una nuova missione: ritornare nel Mondo
dei Meno, anzi dei Sempre Meno. Ci dissero che lì lo spirito languiva,
che i valori della cavalleria, come l’onore, la libertà e la fedeltà,
ormai erano dimenticati. Ci dissero che l’impresa non era facile, che
niente era più Sacro, le genti si adattavano inconsapevolmente a una
tecnologia che aveva preso il sopravvento. Ci dissero che si facevano le
guerre, si uccidevano i nemici senza mai guardarli negli occhi. Che le
persone si parlavano senza abbracciarsi, toccarsi, guardarsi; quasi
tutti parlavano la stessa lingua e sentivano le stesse storie,
raccontate da burattini chiusi in teatrini di vetro. Ci dissero che Dio
era relegato in una casa e lo si andava a trovare ogni tanto senza farlo
mai partecipare alle faccende quotidiane. E prima che ci spiegassero
altre cose chiedemmo chi era il nemico che dovevamo combattere, colui
che aveva costruito tanto orrore. Ci fu silenzio. Ecco la nostra
missione: scoprire il nemico. Ci vestimmo lentamente, sellammo i
cavalli, ripulimmo la spada e ci incamminammo con un groppo alla gola."
sito ufficiale:
www.artenomade.com |
|
Celtic Harp Orchestra
La più grande orchestra d’arpe celtiche d’Europa.
Tradizione, mistero, sacro e spettacoloIl progetto di unire più di
30 strumentisti, che suonano l’arpa celtica e altri strumenti di matrice
popolare quali flauto, whistles, bodhrán, percussioni eccetera è nato in
occasione del festival Celtica 2002 in Valle d’Aosta: durante quel
concerto suonarono sul palco ben quaranta musicisti. L’evento fu un vero
successo, ben meritato, ed ebbe una notevole risonanza mediatica
(segnalazioni Ansa, Corriere della Sera, Rai Tre...). Dopo il concerto,
il fondatore e direttore artistico nonché prima arpa del gruppo,
Fabio Conistabile, decise di
mantenere l’organico per giungere a formare, così, la più grande
orchestra stabile di arpe celtiche d’Europa.
I componenti della Celtic Harp Orchestra hanno un’età media di 25 anni,
l’esperienza è una via di aggregazione attraverso la musica e si rivolge
al pubblico di ogni età, ma punta soprattutto ai giovani. Oltre
all’assoluta novità della proposta e al notevole impatto scenico, l’idea
dell’Orchestra unisce il senso della tradizione, del mistero e del sacro
legati all’arpa con la semplicità e spontaneità dei musicisti che la
suonano, proponendo uno spettacolo assolutamente unico.
Per chi vuole imparare a suonare l’arpa da segnalare il loro sito, che
illustra le nozioni base e i primi passi pratici per approcciare questo
meraviglioso strumento. Il loro primo disco è in preparazione con la
produzione di Ethnoworld, l’uscita è prevista orientativamente per
maggio 2003, in tempo (speriamo) per portare il CD nuovo di zecca al
Trigallia. E incantarci in concerto.
sito ufficiale:
www.theharp.it |
|
Inis Fail
Solarità e bravura: un effervescente spirito irlandese.
Premiati al Trigallia con un concerto che aprirà per la loro band
preferitaA Trigallia apriranno per i Lúnasa, una delle loro band preferite, ma gli Inis Fail sono tra i
migliori artisti di musica tradizionale in Italia e questa collocazione
al festival onora un effervescente spirito Irish. La loro musica
rispecchia un sentimento, uno spirito, una gioia di essere e di suonare
e ha quel quid tutto irlandese: levità, godibile l’impasto, scanzonata,
trascinante, solare. Il sound scaturisce dalla bravura di
ciascuno dei musicisti, che sa sempre metterci un tocco personale, e
dall’amalgama che ottengono suonando il più possibile insieme in ogni
occasione, a casa, al pub e naturalmente sui palchi dei concerti. Dal
vivo si divertono molto e intanto la tecnica, l’affiatamento, la reale
complicità fra i musicisti sono così intriganti e godibili che riescono
a catalizzare il pubblico sulla stessa via: divertimento puro. Hanno
inciso due dischi: il primo, Tradizionale, in Irlanda è stato
trasmesso dalla radio Na Gaeltachta di Galway; il secondo, One More,
fulminante per energia e maturità, riassume tre anni di intensa
attività, di viaggi in Irlanda, di studio, contatti e collaborazioni con
tanti musicisti locali. Hanno all’attivo anche l’Albero Musicale, una
Scuola di Musica che oggi è un punto di riferimento importante per chi
vuole iniziare a studiare la musica tradizionale irlandese, la
frequentano allievi di tutte le età. In formazione: Sergio Cavaleri
(chitarra, voce), Luca Crespi (flauto, whistles, uilleann pipe),
Marco Crespi (bouzouki, basso), Milo Molteni (violino),
Alessia Pasini (voce, bodhrán, percussioni), Lucia Picozzi
(fisarmonica, tastiere).
sito ufficiale:
www.inisfail.it |
|
|
|