Il
paese di Montefortino sorge sulla dorsale di un colle a circa 700
metri s.l.m., abbarbicato sulle pendici del Monte Sant’Angelo.
La sua storia è molto antica e risale al tempo dei Galli Senoni, che
si erano stabiliti fra questi colli dell’ Appennino Marchigiano e
dei quali è stata trovata una necropoli e una fonte sacra, che la
gente del paese chiama ancora oggi Fonte del Sasso.
Dell’intero territorio gallico Montefortino era probabilmente il
baluardo celtico più meridionale, al confine con gli Etruschi e i
Piceni.
Oggi Montefortino è uno dei luoghi più suggestivi e accoglienti
delle Marche, apprezzato centro turistico perché ancora
incontaminato, situato sulle rive di un piccolo torrente di acqua
cristallina fra grandi querce.
L’intervento umano è sempre stato rispettoso dell’ambiente ma in
tempi recenti la Provincia di Ancona ha approvato un piano di
sfruttamento intensivo di una risorsa locale: la pietra delle
montagne circostanti, una particolare pietra chiamata «scaglia
bianca e rossa».
Secondo questo piano di sfruttamento, il territorio del Monte Sant’Angelo
è stato dichiarato bacino estrattivo e se non si farà qualcosa per
impedirne lo scempio, in breve tempo questo magnifico territorio
diventerà una cava all’aperto, l’ambiente naturale verrà distrutto e
con esso verranno distrutte la tranquillità dei suoi abitanti e una
memoria storica che ancora attende di essere conosciuta e
riconosciuta.
Nella foto in alto: uno scorcio della
zona detta i Pianetti, dove è stata rinvenuta la necropoli
L'ingresso di Montefortino con lo striscione posizionato dal
"Comitato Per La Difesa di Montefortino" scritto con un
carattere molto originale di ispirazione etrusco-leponzia. |
Alcuni scorci del torrente nei pressi le enormi querce. |
Sul torrente,
ai piedi del paese c'è ancora un mulino funzionante che macina
granaglie per i maiali del mugnaio. Una volta i mulini
superavano il numero di dieci e macinavano granaglie per gli
uomini. |
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