|
L’abbigliamento degli
antichi Celti
"I
Galli sono alti di statura, con una muscolatura guizzante sotto la pelle
chiara.
Di capelli sono biondi, non soltanto per natura, ma perché usano
ritoccare con mezzi artificiali i colori naturali di cui ognuno di loro
è stato dotato.
E infatti si spalmano sempre i capelli con una soluzione di calce, e se
li tirano indietro dalla fronte fino alla nuca e sul collo, con il
risultato di rassomigliare a tanti Satiri e Pan, perché questo
trattamento rende i capelli così spessi e densi che possono sembrare, in
tutto, la criniera di un cavallo. Alcuni di loro si radono la barba, ma
altri se la lasciano crescere un po’; i nobili si radono le guance, ma
si fanno crescere i baffi fino a coprire la bocca [...].
Le vesti che indossano sono sgargianti, tuniche tinte e ricamate di
diversi colori e
calzoni che chiamano
bracae nella loro lingua; e
portano un mantello a strisce, legato da una fibbia alla spalla, pesante
per l’inverno e leggero per l’estate, intessuto di fitti tasselli
policromi."
Diodoro Siculo – da "Biblioteca storica"
"I Galli indossano il sagus (mantello), si fanno crescere
i capelli, e portano pantaloni stretti; invece del chitone usano tuniche
con le maniche, spaccate ai lati e lunghe fino al pube e al sedere.
La lana con cui intessono i loro pelosi mantelli è ruvida e bioccolosa."
Strabone – da "Geografia"
"La maggior parte di loro ha una voce terribile e
minacciosa, tanto quando sono calmi che quando sono adirati. Ma tutti,
scrupolosamente, si mantengono puliti e ben curati, e in quelle zone,
soprattutto in Aquitania, non si vedrà mai un uomo o una donna, anche
dei più poveri, vestiti di stracci o trasandati, come succede altrove."
Ammiano Marcellino – da "Storie"
Ma come si vestivano i
nostri antenati?
Erano
generalmente curati ed eleganti e davano grande importanza sia al loro
abbigliamento che al loro aspetto fisico in generale. Per esempio, non
tolleravano l’obesità e accadeva di frequente che venissero inflitte
pesanti ammende verso coloro che, impacciati dalla rotondità, non
riuscissero ad allacciarsi la cintura.
Gli uomini portavano
calzature o stivaletti di morbido cuoio e pantaloni
di lana chiamati bracae: questo nome si ritrova nel francese
braguette, nel bretone bragou e nel termine braghe,
bragôns di alcuni dialetti del nord Italia. Quando il tempo lo
permetteva indossavano una
camicia aderente, senza maniche, fermata sul
davanti con una spilla. Nella stagione fredda la camicia veniva
sostituita da una tunica a maniche lunghe, legata con una cintura.
Anche le donne indossavano calzature di cuoio oppure sandali.
Alcune
di esse camminavano a piedi nudi, come si deduce dagli anelli trovati
alle dita dei piedi di molte donne sepolte nelle necropoli celtiche. Le
donne erano generalmente vestite con
abiti larghi, trattenuti da cinture
con fibbie in tessuto o in cuoio. In inverno si coprivano con scialli o
lunghi mantelli. Per ottenere gli scacchi colorati, che amavano molto (e
i cui colori differenziavano le varie tribù), i nostri antenati Galli
utilizzavano piante come l’erba guada, chiamata anche erba
gialla, il guado (per ottenere il blu) e la robbia (per il
rosso). Amavano particolarmente i gioielli: per i
braccialetti, che le
donne portavano intorno al polso o alle caviglie, la funzione era sia
simbolica che estetica. Inventarono le
fibule, antenate delle
nostre spille da balia: funzionali e molto ornamentali, servivano a
fermare le vesti e i mantelli. Il Torque
Un Celta poteva combattere nudo ma mai privo del proprio
Torque,
il caratteristico collare aperto sul davanti. Esclusivo dei Celti,
nessun altro popolo dell’Età del Ferro usava questo ornamento, che era
simbolo di Onore, Valore individuale e Libertà. Lo potevano indossare
solo donne e uomini liberi, nobili e capi tribù.
Il torque nell’illustrazione a fianco è il classico modello a tamponi,
il più diffuso. Nei collari più ricchi i tamponi erano finemente incisi
e decorati e avevano forme anche molto elaborate, a volte terminavano
con la testa cesellata di un animale sacro.
Questo collare era spesso realizzato con oro e argento insieme, per
riunire in equilibrio il potere dei due metalli: infatti l’oro è
il metallo del Sole e rappresenta il maschile, l’argento è
quello della Luna e rappresenta il femminile.
Gli otto giri ritorti di cui molti torques erano formati erano
costituiti ciascuno di otto fili in metallo ritorti a loro volta.
L’oggetto era flessibile e le due estremità potevano essere allargate
senza sforzo quando il torque veniva indossato.
|
|